Descrizione
Con questo titolo don Rolfo chiude i suoi appunti biografici su Don G. Alberione. Per chiudere la presente ricerca nel solco della tradizione istituzionale rilanciamo il suo titolo·per ricordare, ancora una volta, il maestro, il padre, l’amico: mi chiamava “beccafico” e mi voleva bene come un amico, per sua bontà. – Come concludere? Lui, Don Rolfo, conclude con ilmodo di pregare di Don Alberino: “Amavapregare in chiesa rivolto al tabernacolo…; amava ascoltare le Messe che si celebravano…; amava specialmente celebrare in silenzio…;amava il Maestro Divino che spesso identificava con l’Eucaristia …; amava le devozioni …”. Accetto con riconoscenza e gratitudine l’esempio di preghiera del Padre Fondatore. Tuttavia per me è diverso. Anche perché è inutile ripetere aspetti così bene illustrati da colui che reputo “maestro”. Io concludo con la chiara coscienza di non aver scritto su argomenti nuovi, ma di aver scritto su gli argomenti di sempre con una “prospettiva” nuova. Magnifico il Salmo 35: ” in Te la sorgente della vita Alla tua luce vediamo la luce” . Sempre mi affascinano queste parole “Alla tua luce vediamo la luce”! Quante conoscenze (luce) abbiamo che non ci illuminano, non ci parlano. Stupidamente, le abbiamo spente. Sono li! Ma è come se non ci fossero. Non fanno luce e attendono luce. Io ho cercato di illuminare una luce che c’è sempre stata: Don Alberione e la sua opera! Ora nostra. Quale responsabilità! Questa luce ha un suo riflesso particolare: il Signor teologo. Don Alberione è teologo. Non solo sulla carta. È un vero teologo. Un teologo innovativo per alcuni versi.
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